Una maglia iridata per Bresciabici. L’ha conquistata nella terra dei canguri al termine di una volata capolavoro Giorgia Bronzini dall’inverno scoros una delle punte più acuminate del Gs Gauss-Rdz-Ormu di patron Luigi Castelli. Dopo la medaglia di bronzo conquistata da Tatiana Guderzo nella corsa su strada alle Olimpiadi di Pechino 2008, il sodalizio di via Rotonda Montiglio a Brescia si è tolto lo sfizio di salire sul tetto del mondo nel meeting iridato di Geolong. Per il team diretto da Luisiana Pegoraro si tratta del successo più prestigioso di sempre, ottenuto di fronte al gotha del ciclismo femminile mondiale. Quando Giorgia Bronzini ha deciso di inserire il turbo dopo aver “digerito” gli ultimi strappi del percorso è stata semplicemente fantastica e in quel momento si è capito che la campionessa vicentina avrebbe colto il tris mondiale.
Il ciclismo bresciano torna in vetta al mondo per merito del gruppo sportivo che Luigi Castelli regge da una vita a prezzo di grandi sacrifici. Nelle ultime due stagioni lo scarsocrinito numero uno del club bresciano ha dovuto compiere i salti mortali per far tornare i conti, ma alla fine c’è riuscito e ora si gode meritatamente il fantastico successo. “Cosa devo dire – ammette emozionatissimo Luigi Castelli -. Vedere vincere un campionato del mondo una propria atleta è quanto di più bello possa esistere nel movimento ciclistico. Giorgia era partita dall’Italia caricatissima. L’ultima volta l’ho vista al Giro di Toscana dove ha vinto alla grande l’ultima tappa dimostrando di essere in forma iridata. Poco prima della partenza mi ha telefonato annunciandomi che il terzo posto conquistato nel 2007 a Stoccarda l’aveva ancora sullo stomaco e che a Geolong avrebbe fatto di tutto per primeggiare. Ha vinto ed è stata di parola confermandosi atleta a tutto tondo in grado di competere con chichessia su pista e su strada. Per il nostro gruppo sportivo Geolong rappresenta una tappa storica e spero naturalmente costituisca la spinta necessaria per continuare sulla stessa falsariga. Faccio i complimenti a tutta la squadra azzurra, alle nostre ragazze e a Luisiana Pegoraro che l’hanno messa nelle condizioni ideali per esprimersi al massimo. Il futuro? Per il momento mi voglio godere questo straordinario momento, più avanti si siederemo attorno a un tavolo per pianificarlo. Adesso però è il momento della festa e che le festa cominci per davvero”.
Scorza dura, sorriso da strappare con le tenaglie, un cuore grande così: questa è Luisiana Pegoraro autentica stakanovista del ciclismo femminile mondiale, italiano in particolare. Ma quando ha visto sfrecciare sul traguardo di Geolong la sua atleta non ha saputo trattenere l’emozione. “Questo è un gran giorno per me e per il ciclismo azzurro – sostiene l’ex atleta vicentina -. Giorgia è stata semplicemente fantastica mulinando sulle pedivelle a velocità sostenutissima al momento opportuno disinteressandosi delle avversarie. Quando ha azionato il massimo rapporto a disposizione ha fatto la differenza. Davvero una grande campionessa che consente al nostro gruppo sportivo di guadagnare altre preziose posizioni nel ranking mondiale. In tre anni abbiamo compiuto un balzo in avanti incredibile e sono convinta che il meglio debba ancora arrivare, anche se la maglia iridata costituisce una tappa fondamentale per chichessia, ancor di più per un gruppo sportivo piccolo come il nostro”
Giorgia Bronzini in vetta al mondo! In un finale palpitante ha sfoderato a Geelong la volata più bella della sua vita. Alle sue spalle, nell’ordine d’arrivo, il resto dell’Olimpo femminile: dall’olandese Marianne Vos, per la quarta volta seconda in una gara iridata, a Emma Johansson, Nicole Cooke, Judith Arndt e via via le altre. Sopra, sul gradino più alto del podio, svettano idealmente tutte le azzurre. Giorgia ha messo il sigillo della sua classe, della sua grinta e del suo coraggio su un altro capolavoro della squadra italiana. Cambia il continente, cambia il percorso, cambiano le situazioni e le tattiche, ma il colore della maglia indossata dall’atleta vincente resta azzurro. Il passaggio di consegne da Tatiana Guderzo a Giorgia Bronzini ha dimostrato ancora una volta sul campo cosa significa e a quali risultati porta il vero spirito di squadra. Una per tutte e tutte per una: è l'imperativo di Dino Salvoldi eseguito alla perfezione. Dunque il trionfo di Giorgia Bronzini non cade dal cielo. E’ stato costruito metro dopo metro nel vivo della corsa, che ha visto nei primi giri Eleonora Patuzzo, Rossella Callovi, Valentina Carretta sempre attive e presenti con la stessa Bronzini in prima persona allo scopo di mantenere viva l’andatura e impedire pericolose fughe da lontano. Nei tre giri finali sono venute fuori a turno Noemi Cantele, Tatiana Guderzo, Elena Berlato e Luisa Tamanini in risposta agli attacchi in salita della Pooley, per rilanciare a loro volta nel tentativo di scremare il gruppo. In questa fase è stata decisiva la resistenza di Giorgia, che non ha mai perso di vista il gruppo di testa. Quando ha tenuto nell’ultima tornata sugli strappi in salita di una Pooley ormai esausta, l’azzurra è diventata di fatto il punto di riferimento della nazionale azzurra. Hanno provato a sparigliare le carte Nicole Cooke e Judith Arndt con un’azione combinata che avrebbe potuto avere successo, se dietro Cantele e Guderzo non avessero dato l’anima, con olandesi e canadesi, per ricucire lo strappo a 500 metri dal traguardo. A questo punto tutto era riposto nelle gambe, nella testa e nel cuore di Giorgia Bronzini, che ha ripagato al meglio la fiducia e il lavoro delle compagne. Per la campionessa piacentina alla sua undicesima affermazione stagionale si tratta della terza maglia iridata dopo le due conquistate su pista tra le juniores e le seniores. Costretta ad abdicare alla rassegna iridata di Copenaghen perché costretta a una caduta da alcune avversarie, Giorgia Bronzini non si è persa d’animo riproponendosi con grande entusiasmo e intatta classe nella corse su strada riuscendo a primeggiare spesso e volentieri anche al cospetto dell’espressione migliore del ciclismo femminile mondiale. Che fosse al top della condizione l’ha dimostrato recentemente al Giro di Toscana dove ha dominato l’ultima frazione conclusasi allo sprint. Una sorta di test in vista dell’appuntamento di Geolong. “Nel corso dell’inverno scorso avevo messo nel mirino i mondiali su pista e su strada - rivela la polivalente campionessa emiliana -. Tutti sanno come si sono concluse le due prove iridate su pista, dove sono caduta rovinosamente procurandomi abrasioni varie su tutto il corpo. Al ritorno a casa mi sono concessa alcuni giorni di relax per poi riprendere la via maestra. Il successo di oggi testimonia la bontà del lavoro eseguito con il Gs Gauss-Rdz-Ormu sotto la direzione dell’ex azzurra Luisiana Pegoraro, non disgiunto dal perfetto lavoro di squadra operata dalla squadra italiana, davvero al top per mettermi nella condizione per primeggiare. La stagione iniziata benissimo con la vittoria in coppa del mondo, proseguita col brutto episodio dei mondiali su pista, si conclude con questo trionfo che considero forse il più importante dlela mia carriera. Anzi tolgo il forse perché è davvero il giorno più bello della mia vita sportiva. Ringrazio famiglia, compagne di squadra, il tecnicoi azzurro e il gruppo sportivo Gauss-Rdz-Ormu che mi hanno messo nelle condizioni ideali per approdare sullo scranno più alto del mondo”. ORDINE D’ARRIVO: 1. Giorgia Bronzini (Italia) Km. 127,2 in 3.32’01”; 2. Marianne Vos (Olanda); 3. Emma Johansson (Svezia); 4. Nicole Cooke (Gran Bretagna); 5. Judith Arndt (Germania); 6. Grace Verbeke (Belgio); 7. Trixi Worrack (Germania); 8. Rasa Leleivyte (Lituania); 9. Elizabeth Armitstead (Gran Bretagna); 10. Carla Swart (Sud Africa); 22. Noemi Cantele (Italia) a 8”; 24. Tatiana Guderzo (Italia) a 32”; 35. Elena Berlato (Italia) a 2’02”; 36. Luisa Tamanini (Italia); 67. Valentina Carretta (Italia) a 11’54”. Ritirate. Eleonora Patuzzo e Rossella Callovi (Italia). |
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