martedì 4 ottobre 2011

Emozioni.... al velodromo di Montichiari Campionati Italiani in Pista


Sono passate le quindici quando arriviamo al Velodromo di Montichiari:  guscio lucente all’orizzonte che si staglia su un cielo azzurrissimo. Fa caldo e il sole picchia ancora, nonostante sia il primo giorno di ottobre.
Entriamo nel Velodromo e, per me, è la prima volta. Mi sento emozionata.

Subito mi viene da guardare in alto, mentre salgo le scale per raggiungere l’interno della pista, e vedo lo scheletro del soffitto, le luci. Poi la pista, gli atleti, le bandiere italiane, il pubblico, qualche striscione. Biciclette. Tante.
Le gare non sono ancora iniziate. Faccio un giro nei vari “box” delle regioni. Tutti, atlete e atleti, sono impegnati nei vari preparativi. Alcuni sono sui rulli e pedalano incessantemente, a volte con tanta forza che la bicicletta, leggera com’è, traballa, sembra voler cedere. Qualcuno ride, scherza.
Poi il pubblico sulle gradinate sembra acquietarsi. Le donne Juniores si preparano alla partenza. Velocità, velocità, omnium. Sfrecciano sulla pista, queste signorine leggere, dalle gambe potenti, dagli sguardi concentrati. Vanno veloci e alzano le braccia al traguardo, davanti al pubblico che le guarda ammirate.
Una ragazza che aspetta il suo momento, scherzosamente, appoggia i piedi sulla bicicletta e mostra la suola delle scarpette. Le scatto una foto e un ragazzo, dietro di me, dice:
“ Ma ha i tacchetti tutti consumati!”
“ Vuol dire che li usa” rispondo io, sorridendo.

Passano le ore e arriva lei. Giorgia Bronzini. Chi penserebbe che questa ragazza sbarazzina, dagli occhi luminosi, in infradito e calzoncini, ha indossato, pochi giorni fa, a Copenaghen, la maglia iridata? Giorgia sorride, scherza. Molti le fanno i complimenti.

Scende la sera e viene l’ora di tornare a casa. In macchina mi sento stanca ma contenta. Nelle orecchie rimangono i suoni della pista: la campanella che suona l’ultimo giro, lo speaker che annuncia l’ordine d’arrivo, l’inno italiano, il rumore delle ruote delle biciclette sul pavimento di legno del circuito, il clac dei tacchetti che si agganciano e si sganciano dai pedali.  Nel ricordo del pomeriggio intenso, sento che la stanchezza non c’è più. E’ l’emozione che se l’è portata via. 


 by Miriam Terruzzi  


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