sabato 12 dicembre 2009

CITTIGLIO, IL MITO DI ALFREDO BINDA Sulle strade del campione più grande si corre la gara femminile


CITTIGLIO, IL MITO DI ALFREDO BINDA
Sulle strade del campione più grande si corre la gara femminile
organizzata da Mario Minervino

Cittiglio, pochi chilometri a nord di Varese, è un paese piccolo, eppure conosciuto perché ha dato i natali al più grande campione che l’Italia abbia regalato al ciclismo mondiale: Alfredo Binda. Nato nel 1902 e scomparso nel 1986, lanciato da un commerciante di biciclette italiano in Francia (a Nizza Binda collaborava con zio e fratello stuccatori), fu ingaggiato dalla Legnano del mitico Eberardo Pavesi per dodicimila lire di stipendio annuo. Debuttò ad alto livello nel Giro d’Italia del 1925, in teoria gregario, nei fatti libero di prendere iniziative: si dimostrò talmente ispirato da vincere la corsa rosa tra lo stupore dei tifosi. Fu l’abbrivio di una carriera ineguagliabile, fatta di 5 Giri come Coppi e Merckx (più uno... ad honorem: nel 1930 gli organizzatori lo pagarono per restare a casa), 3 titoli mondiali, 4 campionati italiani, 2 Milano-Sanremo, 41 tappe del Giro e 2 del Tour (purtroppo ne disputò uno solo, per motivi di sponsor), più mille altri trofei che stanno stretti in una bacheca pazzesca. Si ritirò nel ’36 dopo un rovinoso capitombolo alla Sanremo. A guerra finita divenne ct della nazionale, riuscendo a far coesistere due galli come Bartali e Coppi: portò in Italia quattro maglie gialle (Bartali, due volte Coppi, Nencini) e due iridate (Coppi e Baldini). Furono lui e Gianni Brera a introdurre nel mondo del pedale il concetto di ammiraglia. Un campione straordinario, amatissimo ovunque, America compresa: il suo mito spopolò nell’era pre-televisiva, figurarsi che icona sarebbe stato se si fosse giovato dei media odierni.

Cittiglio ricorda "il Binda" con un museo dei cimeli che, situato nel centro del paese, ha appena superato quota 30mila visitatori, e con la gara femminile a lui intitolata, che si appresta a spegnere la 35ª candelina. Quella in programma il 28 marzo 2010 sarà la 12ª edizione dalla rinascita del 1999, la terza sotto le insegne della Coppa del Mondo. La sua storia, ricca di aneddoti e di grandi nomi, rende il Trofeo Binda una manifestazione unica nel panorama italiano e internazionale. Sono lontani gli esordi del 1974: in quell’anno la lecchese Giuseppina Micheloni, ottima atleta che fu azzurra e tricolore, inaugurò l’albo d’oro della corsa cittigliese, partita col modesto rango di prova regionale ma subito appetita dalle grandi firme del ciclismo femminile dell’epoca. Tra le vincitrici dei tempi pionieristici figura anche la formidabile Maria Canins; negli anni ’90 si imposero sul traguardo di via Valcuvia talenti come Fabiana Luperini e Valeria Cappellotto.



La prima vita del Binda si chiuse nel ’96. Dopo due anni di stop, nel ’99 il comune di Cittiglio incaricò Mario Minervino di far risorgere la corsa. Detto fatto: divenne gara nazionale e poi internazionale, incoronando puntualmente fuoriclasse assolute e acquisendo un profilo di primo piano. Dal 2008, persa la Sanremo donne, l’Uci ha designato il Trofeo Binda come unica prova italiana di Coppa del Mondo, manifestazione inferiore solo a Olimpiadi e Mondiali per fascino e prestigio. È insomma la gara più importante del calendario italiano e si corre proprio sulle strade care ad Alfredo Binda, che quando non gareggiava in giro per il mondo soleva uscire in bici col fratello Albino, ingoiando chilometri sugli stessi saliscendi silvestri della Valcuvia che impegnano le campionesse di oggi.



L’annuale festa del Trofeo Binda, che si è progressivamente sganciata dall’iniziale collocazione a Pasquetta per brillare di luce propria, è anche l’abbraccio di una terra che trasuda passione per le due ruote. Cittiglio e l’intero Varesotto partecipano con calore all’evento, il coinvolgimento delle scuole assicura la diffusione attraverso lo sport di messaggi educativi alle nuove generazioni. L’edizione 2010, poi, avrà una grande novità: un percorso inedito, con l’atteso sbocco sul vicino lago Maggiore. Partenza e arrivo saranno sempre nella collaudata cornice del centro di Cittiglio, ma per la prima volta si raggiungerà Luino: segno che la fama della corsa cittigliese è riconosciuta come veicolo promozionale e turistico. Nella città di Piero Chiara il plotone coprirà due giri di uno spettacolare circuito cittadino, prima di andarsi a giocare la vittoria sulla decisiva salita di Orino: un’erta che sta al Binda come il Cauberg all’Amstel, lo Jaizkibel a San Sebastian, il muro di Huy alla Freccia Vallone, il Grammont al Fiandre, il Ghisallo al Lombardia, il Mortirolo al Giro, l’Alpe d’Huez al Tour.

Su questo tracciato non si può bleffare: prova ne sia che dal ’99 a oggi hanno trionfato cinque volte atlete che hanno vestito la maglia iridata (Ziliute, doppia Cooke, Schleicher, Vos), un’olimpionica (la stessa Cooke), quattro vincitrici di Giro e/o Tour (Luperini, Cooke, Brändli, Pooley), quattro regine di Coppa del Mondo (Ziliute, Wood, Cooke, Vos). Un albo d’oro sontuoso che attende un nuovo grande nome: la lunga marcia verso l’appuntamento del 28 marzo è già cominciata, con la certezza che sarà un’altra giornata memorabile.

www.ciclismoinrosa.net

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