Nasce oggi il primo numero del terzo anno di Rosacittiglio, il periodico della Cycling Sport Promotion che vi racconta gioie e virtù del trofeo Alfredo Binda, in programma l’ultima domenica del mese di marzo. La gara inaugura la Coppa del Mondo indetta dall’Unione Ciclistica internazionale e costitusce il primo, importante appuntamento del calendario internazionale rosa.
Da queste pagine vi raccontiamo dunque gli aspetti che caratterizzano la gara di Cittiglio, dal percorso, alle patecipanti, alle iniziative collaterali. Vi illustriamo in definitiva il format che viene preso a modello dagli altri organizzatori della Coppa del Mondo che riconoscono nel trofeo Binda le caratteristiche di un vero e proprio evento, capace di coinvolgere tutte le migliori istanze del territorio.
La gara si svolge in un contesto ambientale che testimonia oltre cento anni di grande ciclismo, di campioni ineguagliabili, di corse leggendarie e di un tessuto sociale nel quale ancora oggi la bicicletta ricopre un ruolo importante. Gli irrefrenabili organizzatori di Cittiglio vanno però oltre la tradizione, esaltando le virtù sportive dela Provincia di Varese, proponendo al pubblico un palcoscenico di altissima qualità, in un contesto di forte spessore culturale.
Aspetti che non lasciano indifferenti i media e soprattutto la Rai, che ha sempre dedicato una vetrina importante al trofeo Alfredo Binda. Rosacittiglio riparte con l’immagine del bis di Marianne Vos nel 2010; l’olandese volante è capace di recitare il ruolo di regina in tutte le discipline del ciclismo e qui a Cittiglio sembra non trovare rivali. Da marzo scorso, che per la decima volta di seguito ha cancellato i sogni delle atlete italiane, qualcosa però è cambiato. Per la prima volta dopo tanti anni, infatti, c’è la consapevolezza che nel 2011 le atlete italiano potranno proporsi di nuovo per il successo assoluto. La Bronzini insegna che la Vos può essere battuta proprio su un arrivo come quello di Cittiglio, simile a quello australiano. Rosacittiglio vi racconterà anche questo; le forti emozioni che vivono le protagoniste in attesa di prendere il via al trofeo Alfredo Binda del prossimo 27 marzo
Grazie di cuore a tutti voi per l'impegno ed il lavoro per la Coppa del Mondo
Carissimi tutti, in occasione dell’imminente conclusione dell’anno, ne approfitto per ringraziarvi per la collaborazione e l’impegno prestati nel perseguire gli obiettivi che, insieme, ci siamo impegnati a raggiungere in questi tre anni.
Il nostro evento (la Coppa del Mondo Femminile) ha dato segnali nuovi e forti al movimento ciclistico; ci è stato riconosciuto dal Unione Ciclistica Internazionale con il premio come migliori organizzatori di tutte le coppe del circuito mondiale del UCI e dalla nostra Federazione Ciclistica Italiana nella persona del suo Presidente, Renato Di Rocco, che più volte ha elogiato il nostro operato.
A voi va il mio apprezzamento e la mia stima per l’attività svolta e per aver contribuito con il vostro prezioso lavoro e con la vostra infinita passione e competenza tutto questo sempre in un clima di forte collaborazione e amicizia.
Siamo proiettati ormai nel 2011 e tutti insieme ci siamo impegnati per la prossima edizione del 27 marzo a portare tante novità che nei prossimi giorni saranno ufficializzate.
Grazie ai miei collaboratori, ai volontari, agli enti pubblici, sponsor, forze dell’ordine, la stampa e tutte quelle componenti che ci sono state vicine; senza di voi tutto questo non sarebbe stato possibile.
A tutti va il mio pensiero, il mio cuore e l’augurio di trascorrere con serenità e felicità le imminenti festività.
Mario Minervino
Le regine della terra di Binda
A Cittiglio il ciclismo femminile scrive la storia più bella e affascinante
Cittiglio, pochi chilometri a nord di Varese, è un paese piccolo che può raccontare una grande storia. Quella del più grande campione che l’Italia abbia regalato al ciclismo mondiale: Alfredo Binda. Nato nel 1902 e scomparso nel 1986, lanciato da un commerciante di biciclette italiano nel periodo in cui visse da emigrante in Francia (a Nizza collaborava con zio e fratello, stuccatori), Binda tornò in Italia quando fu ingaggiato dalla Legnano del mitico Eberardo Pavesi, stipendio dodicimila lire l’anno. Un investimento favoloso: al debutto ad alto livello, nel Giro d’Italia del 1925, il ragazzo partì gregario e arrivò vincitore, tra lo stupore dei tifosi che non lo conoscevano. Fu l’inizio di una carriera ineguagliabile, fatta di 5 Giri come Coppi e Merckx (più uno... ad honorem: nel 1930 gli organizzatori gli pagarono il premio del leader purché restasse a casa, tanto era superiore alla concorrenza), 3 titoli mondiali, 4 campionati italiani, 2 Milano-Sanremo, 41 tappe del Giro e 2 del Tour e mille altri successi. Gli mancò la maglia gialla: partecipò a una sola Grande Boucle, perché allo sponsor non interessava. Si ritirò nel ’36, dopo un rovinoso capitombolo alla Sanremo in cui s’infortunò gravemente. A guerra finita divenne ct della nazionale, riuscendo nell’impresa diplomatica di far coesistere due galli come Bartali e Coppi: in questa veste portò in Italia quattro Tour (Bartali, doppio Coppi, Nencini) e due maglie iridate (Coppi a Lugano, Baldini a Reims). Furono lui e il giornalista Gianni Brera a introdurre nel mondo del pedale il concetto di ammiraglia. Binda fu un campione straordinario, amatissimo anche oltre Atlantico, dove gareggiava nelle danarose sei giorni: il suo mito spopolò nell’era pre-televisiva, figurarsi che icona sarebbe stato oggi.
Cittiglio ricorda “il Binda” con un museo dei cimeli situato nel centro del paese, visitato ogni anno da migliaia di appassionati e curiosi, e con la gara femminile a lui intitolata, che nel 2011 spegnerà la 36ª candelina. Quella in programma il prossimo 27 marzo sarà la 13ª edizione dalla rinascita del 1999, la quarta sotto le insegne della Coppa del Mondo Uci. La sua storia, ricca di aneddoti e di grandi nomi, rende il Trofeo Binda una manifestazione unica nel panorama italiano e internazionale. Sono lontani gli esordi del 1974, quando la lecchese Giuseppina Micheloni, ottima atleta che fu azzurra e tricolore, inaugurò l’albo d’oro della corsa cittigliese. Un appuntamento che, nato col modesto rango di prova regionale, fu subito appetito dalle grandi firme del ciclismo femminile. Tra le vincitrici dei tempi pionieristici figura anche la formidabile Maria Canins, negli anni ’90 si imposero sul traguardo di via Valcuvia talenti come Fabiana Luperini e Valeria Cappellotto.
La prima vita del Binda si chiuse nel ’96. Dopo due anni di stop, nel ’99 il Comune di Cittiglio incaricò Mario Minervino di far risorgere la corsa. Detto fatto: divenne gara nazionale e poi internazionale, incoronando puntualmente fuoriclasse assolute e acquisendo un profilo di altissimo livello. Dal 2008, scomparsa la Sanremo donne, l’Uci ha designato il Trofeo Binda come unica prova italiana di Coppa del Mondo, manifestazione inferiore solo a Olimpiadi e Mondiali per fascino e prestigio. È insomma la gara più importante del calendario italiano e si corre proprio sulle strade care ad Alfredo Binda, che quando non gareggiava in giro per il mondo usciva in bici col fratello Albino, ingoiando chilometri sugli stessi saliscendi della Valcuvia che impegnano le campionesse di oggi.
L’annuale festa del Trofeo Binda, che si è progressivamente sganciata dall’iniziale collocazione a Pasquetta per brillare di luce propria, è anche l’abbraccio di una terra che trasuda passione per le due ruote. Cittiglio e l’intero Varesotto partecipano con calore all’evento, il coinvolgimento delle scuole assicura la diffusione attraverso lo sport di messaggi educativi alle nuove generazioni. L’edizione 2011, poi, avrà come sempre qualche novità. Partenza e arrivo saranno nella collaudata cornice del centro di Cittiglio, la selezione finale sarà garantita dalla salita di Orino, ma ci saranno divagazioni sul tema nell’alto Varesotto, abbracciando una fetta sempre più ampia del territorio. Un tracciato su cui non si potrà bleffare: è la tradizione, che dal ’99 a oggi ha visto trionfare 6 volte atlete iridate (due volte Cooke e Vos, una Ziliute e Schleicher), un’olimpionica (la stessa Cooke), 4 vincitrici di Giro e Tour (Luperini, Cooke, Brändli, Pooley), 4 regine di Coppa del Mondo (Ziliute, Wood, Cooke, Vos). Un albo d’oro sontuoso, che attende un nuovo grande nome: la lunga marcia verso l’appuntamento del 27 marzo è già cominciata.
Noemi Cantele e Valentina Carretta, presente e futuro rosa a Varese
Nella terra di Binda sono sbocciate due rose: rappresentano il presente e il futuro del ciclismo femminile nostrano.
Il presente è Noemi Cantele, 29 anni, che dopo una progressiva maturazione è all’apice della carriera. L’arcisatese, stella già nelle categorie giovanili e punto fermo della nazionale, è ancora a caccia del successo che marchia a fuoco la parabola di un’atleta: ha toccato il punto più alto nel 2009, vincendo un argento a cronometro e un bronzo in linea al Mondiale di Mendrisio, dopo aver portato a casa la maglia tricolore contro il tempo e una straordinaria tappa al GiroDonne. Quest’anno, dopo una prima metà stagione problematica, in estate si è ritrovata alla grande, ottenendo vittorie in serie che le hanno garantito un ruolo di primo piano a Melbourne, dove è stata fondamentale nel lanciare Giorgia Bronzini verso uno sprint regale. Noemi è una delle cicliste italiane di reale statura internazionale: Binda, Mondiale e Olimpiade sono i suoi pallini. Dopo la svizzera Bigla e l’americana Htc Columbia, nel 2011 correrà per un’altra corazzata statunitense, la neonata Garmin Cervelo, con la Pooley (vincitrice in via Valcuvia nel 2008) e l’astro nascente Armitstead.
Il futuro è Valentina Carretta, classe 1989, di Caravate, a un tiro di schioppo da Cittiglio. Al secondo anno di professionismo è già una bella realtà. Giunta ai vertici con un ottimo background giovanile (8 titoli provinciali, 2 regionali, diverse presenze in nazionale), si è subito rivelata un’affidabile regolarista. Al punto che il ct Dino Salvoldi l’ha chiamata a far parte del gruppo più forte del mondo, capace di sbaragliare la concorrenza in tre delle ultime quattro rassegne iridate: Vale è stata riserva a Mendrisio e titolare a Melbourne. Nella Fassa Bortolo di Lucio Rigato, che punta sulle giovani italiane, sta trovando la sua dimensione agonistica. In attesa di una vittoria che certifichi il definitivo salto di qualità.
www.ciclismoinrosa.net
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