Numero di maglia: 163
Squadra: Forno D’Ascolo Colavita
Proviene da: Stati Uniti d’America
Proviene da: Stati Uniti d’America
Ciao Whitney! Quando hai deciso di ritirarti da questa 23^
edizione del Giro d’Italia femminile, tutti i tifosi se ne sono dispiaciuti
perché tu sei molto amata in Italia.
Per questo motivo vorrei chiederti cosa fa del Giro una corsa
tanto appassionante, secondo te?
Il Giro d’Italia
secondo me è una corsa meravigliosa perché si attraversano dei passaggi
bellissimi. Mentre pedalo, quando sono stanca, mi basta alzare lo sguardo e
vedere i paesaggi intorno alla strada per dimenticare immediatamente la fatica.
Amo molto l’Italia perché è un Paese stupendo!
Qui i tifosi italiani
hanno sempre molto entusiasmo per accogliere il nostro passaggio: questo è
bellissimo e importante! In Italia mi sembra di sentire una diffusa mentalità a
favore del ciclismo.
Pensi che ci sia qualche differenza fondamentale riguardo al
modo d’intendere il ciclismo in Italia e negli Stati Uniti?
Mah … negli USA
entrare nel mondo del ciclismo è molto bello perché abbiamo la possibilità di
fare carriera passo per passo, secondo le nostre capacità. In Italia, invece,
mi sembra che una ciclista sia considerata meritevole di attenzione da parte
dei tifosi soltanto a partire da quando diventa professionista. Forse qui si
presta scarsa attenzione alle ragazze giovani che muovono i loro primi passi in
questo sport meraviglioso.
Quanto è importante per te avere una squadra capace di
esserti di supporto durante la gara?
La squadra dà un aiuto
che secondo me è fondamentale. L’incoraggiamento che ricevo dalle mie compagne
di squadra e dal mio direttore sportivo sia prima di salire in sella alla
bicicletta, sia dopo aver tagliato il traguardo, è preziosissimo per me. È vero
che nelle corse la vincitrice è sempre una sola persona per volta, ma è anche
vero che sarebbe impossibile per ognuna di noi vincere senza l’aiuto della
squadra. Quindi, io credo che, in fondo, quando una ragazza vince una corsa
tutta la sua squadra abbia vinto insieme a lei!
Per essere una ciclista professionista come te occorre fare
molti sacrifici. Quali sono quelli che ti pesano di più?
Sì, è vero: i
sacrifici non sono pochi e a volte il peso si fa sentire. Ci sono giorni in cui
si fa talmente tanta fatica che senti come se ti stia saltando la testa: non
riesci più a concentrarti durante la gara e non riesci più a controllare i tuoi
stessi pensieri. Questo può capitare soprattutto durante le corse a tappe come
il Giro d’Italia, quando la vittoria non arriva nonostante tutto l’impegno che
una persona ci sta mettendo, per correre al massimo delle proprie forze. Ma è importante imparare ad essere forte in
modo da non perdere il controllo sulla propria mente.
Non ti sei mai scoraggiata al punto da pensare di non poter
proseguire la tua carriera nel mondo del ciclismo?
Qualche volta, mentre
arranco su una salita particolarmente lunga e ripida, mi capita di pensare “Ma
chi me lo fa fare di faticare così tanto?”. Tutte le ragazze hanno dei momenti
di difficoltà nei quali sembra loro di non poter proseguire. Ma presto, appena
dopo aver superato il traguardo, ecco che ritorna l’entusiasmo di sempre! Per
superare questi momenti a me aiuta tantissimo pensare a mio figlio. Io ce la
metto sempre tutta e non penso mai di non poter proseguire perché voglio che
lui, quando sarà grande, possa essere fiero di me.
La stampa presta molta più attenzione al ciclismo maschile
piuttosto che al ciclismo femminile, che a volte viene relegato in secondo
piano. Vorresti dire qualcosa ai ciclisti uomini che stanno correndo il Tour de
France proprio in questi giorni?
Ah ah!! Sì, vorrei
dire che non escluderei la possibilità che molti di loro verrebbero sconfitti
in salita da un attacco di Marianne Vos!!
Grazie, Whitney! Ciao
DILETTA VIGNALI
DILETTA VIGNALI
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