Fabio Perego, in occasione dei Campionati Italiani al Velodromo di Dalmine, ci ha parlato del ciclismo su pista, del futuro di questa disciplina con un occhio particolare alle promesse femminili.
Che cosa significa per te lavorare in pista? Che cosa ti regala in termini lavorativi?
Lavorare in pista vuol dire soprattutto vedere dei ragazzi giovani crescere, impegnarsi in qualcosa in cui credono e raccogliere delle soddisfazioni. Stefano Moro, per esempio, sono anni che lo vediamo qui a Dalmine, ha lavorato sodo da quando era esordiente. Oggi davanti al pubblico di casa, ha vinto un Campionato Italiano. Seguire la pista vuol dire lavorare con tanti amici, seguire i giovani e avere la grande soddisfazione di vedere ragazzini e ragazzine che con grandi e importanti sacrifici, ore e ore alla settimana, mesi di lavoro raggiungono obiettivi che li fanno diventare adulti, li fanno crescere.
Come vedi il movimento femminile in pista?
Un nome che ho nel cuore: Maria Giulia Confalonieri. L'ho conosciuta proprio qui a Dalmine: aveva tredici anni ed era già allora una ragazza davvero incredibile. Piano piano è cresciuta, si è impegnata, lavorando, credendoci. La cosa più bella è vedere che adesso è una donna, e lo è diventata qui, con noi, in pista: questo ci dà tanta soddisfazione.
Cosa ti viene in mente se dico "futuro"?
Qui a Dalmine siamo riusciti finalmente a rifare il manto della pista perchè aveva grandi problemi. Il futuro significa continuare a cercare sempre più ragazzi e ragazze, continuare ad avvicinare i giovanissimi alla pista perchè questa disciplina, oltre che essere una grande scuola di ciclismo, insegna una filosofia di vita: stare in gruppo, lavorare tutti assieme, imparare l'altruismo.
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